Monday, November 16, 2009

No, proprio non ci stiamo a essere rottamati in silenzio - AGC Cuneo

Il 22 settembre 2009 l’Agc annunciava alle rappresentanze sindacali e ai propri dipendenti la volontà di chiudere il reparto “laminato auto” presso lo stabilimento di Cuneo. Nessuna alternativa, nessuna via di uscita. Il 31 dicembre rappresenta la fine di un reparto intero e i 67 dipendenti che per anni hanno legato la propria vita a quel reparto si trovano di fronte all’incertezza più assoluta. Cassa integrazione straordinaria, forse, mobilità; sicuramente la necessità di trovarsi un’altra occupazione in tempi brevi perché con i soldi della cassa non ci tiri avanti per tanto. Ma questo all’Agc non importa nulla, il suo scopo è quello di tagliare un reparto che, rapportato a un reparto gemello partorito dall’Agc stessa, nei paesi cosiddetti “low cost” economicamente rende meno. La sentenza è inappellabile: «Signori si chiude vogliate avvicinarvi all’uscita.possibilmente in silenzio». Ma è proprio il silenzio quello che ai lavoratori del laminato auto non sta bene, essere rottamati in silenzio proprio non va giù.

Il 29 settembre in una riunione tra le Rsu e i dipendenti dell’Agc viene deciso all’unanimità di intraprendere un’azione di lotta e protesta con un presidio permanente davanti all’ingresso dell’azienda. L’obbiettivo, chiaro fin da subito, salvare il proprio posto di lavoro e richiamare l’azienda alle proprie responsabilità, consci che se ci si trova in questa situazione è solo a causa di una gestione a dir poco miope dei vertici aziendali, non sono mai i lavoratori a far fallire un’azienda ma spesso la scarsa lungimiranza dei propri dirigenti.

E’ il 30 settembre quando si montano le prime tende, si issano le prime bandiere, la lotta per ritrovare la dignità di lavoratori è iniziata e si concluderà solo a risultati ottenuti, in breve il piccolo presidio diventa la roccaforte di tutti i 67 dipendenti del laminato auto.

Passano i giorni e si arriva al 6 ottobre, quando i vertici aziendali e le Rsu si incontrano nuovamente a Roma. In questo incontro l’unica cosa che emerge è la volontà da parte dell’azienda di chiudere il laminato auto, nulla di più. Non una sola parola spesa su come l’azienda intende sostenere i suoi dipendenti che frattanto continuano a presidiare l’ingresso in azienda, una protesta civile ma molto rumorosa.

Venerdì 9 ottobre è in programma un altro incontro tra l’azienda e le Rsu, ma i lavoratori decidono di alzare, in modo clamoroso, il tono della protesta. Quattro operai salgono sul tetto della pensilina dell’ingresso aziendale, equipaggiati alla bell’e meglio staranno lì sopra fino alla chiusura della trattativa con l’azienda. Fa freddo là sopra, come fa freddo nelle tende ai bordi della statale, ma nessuno ha intenzione di mollare, anzi.

Martedì 13 ottobre siamo al quarto incontro tra l’azienda e le parti sociali, incontro interrotto dal malore di “Ninotto” uno dei quattro sul tetto. Dopo 5 giorni e 4 notti di contestazione non regge più lo stress e la fatica. Intervengono le ambulanze del 118 e i pompieri che lo trasportano d’urgenza all’ospedale. Nonostante tutto la forza del presidio resta immutata, al punto che già la mattina successiva un altro operaio è pronto a salire sul tetto. Sono di nuovo in quattro e la lotta prosegue senza sosta.

Venerdì 16 ottobre quinto incontro azienda e parti sociali, fuori dai cancelli dell’Agc c’è il finimondo. La contestazione è al suo apice: rumorosamente, molto rumorosamente, i lavoratori fanno sentire la loro voce, sollecitano una risposta concreta. Si organizzano ulteriori mosse come lo sciopero generale dello stabilimento Agc di Cuneo e un lavoratore è pronto a iniziare lo sciopero della fame ad oltranza.

Nella notte verso le due viene redatta un’ipotesi di accordo tra le Rsu e l’azienda che verrà sottoposta, la mattina seguente, ai lavoratori. L’accordo prevede il reintegro di 12 “esuberi” entro maggio 2010, qualche prepensionamento incentivato e l’estensione della mobilità anche agli altri reparti dello stabilimento con l’obbiettivo di raggiungere 31 reintegri in totale, mentre per chi non rientra tra i fortunati resta l’incentivo all’esodo.

La stragrande maggioranza, quasi unanimità, dei presenti all’assemblea si dichiara favorevole all’accordo. I quattro sul tetto scendono finalmente dopo 9 giorni esposti alle intemperie, ma il presidio sotto resta e lì resterà fino alla firma definitiva delle parti in causa.

Questa è la dimostrazione che una lotta fatta di idee forti e convinzioni sicure porta a delle vittorie e obbliga i dirigenti di azienda a prendersi le proprie responsabilità, non si può continuare a privatizzare gli utili e a socializzare le perdite, non si può continuare a fare “spezzatino” dei lavoratori, spremerli per capitalizzare il più possibile per poi rottamarli come ferrivecchi.

La battaglia ora è finita, non possiamo parlare di vittoria perché in battaglie come questa si esce sempre sconfitti, da qualunque parte la guardi ti resta sempre un profondo senso di fallimento e di sconfitta. I mass media hanno coperto abbondantemente la nostra protesta, seguendoci praticamente passo a passo nella nostra lotta, tantissima gente ha portato la propria solidarietà al presidio. Tantissima gente comune che ci ha dimostrato concretamente di esserci vicino, con gesti che potevano sembrare piccoli, ma che per noi sono stati enormi e ci hanno rafforzato con la certezza di lottare per qualcosa di giusto.

A tutti quelli che ci hanno appoggiato va il nostro più sentito ringraziamento dal profondo del cuore.

I lavoratori Agc di Cuneo

LOTTE / LIBERAZIONE     12/11/2009

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